Secondo il CEO di Cloudian, Michael Tso, il mercato dell'intelligenza artificiale (AI) è “agitato” piuttosto che in una bolla, sottolineando che “c'è una montagna sotto questa cosa. ” La maggior parte degli investimenti in AI finora si è concentrata sull'addestramento di grandi modelli linguistici (LLM). Addestrare un modello di base costa circa 10 miliardi di dollari, ha precisato, e questo processo è in corso. Tuttavia, il vero profitto risiede nell'inferenza. “Probabilmente ci sono solo 25 aziende nel mondo in grado di sostenere i costi dell'addestramento, ma l'inferenza rientra nel budget della maggior parte delle organizzazioni, ” ha spiegato Tso. Ha aggiunto che applicare gli LLM ai dati propri di un'organizzazione è stata una sfida complessa perché i modelli di base mancano di conoscenze specifiche di dominio. Per affrontare questo problema, le organizzazioni hanno bisogno di una soluzione facile da implementare che integri dati generici e proprietari. La nuova piattaforma di dati AI di Cloudian mira a colmare questa lacuna. Le prime versioni sono già state consegnate a clienti selezionati e, secondo Tso, “le persone la stanno capendo molto rapidamente. ” Incorporando l'AI direttamente nella piattaforma di storage, i modelli possono analizzare e comprendere i dati memorizzati. Per esempio, Cloudian ha caricato il proprio manuale utente nel sistema, che ha risposto correttamente a domande come, “Come posso configurare un firewall?” Tso ha evidenziato che questo metodo preserva anche i controlli di accesso esistenti sui dati. La collaborazione di Cloudian con Nvidia è “molto naturale, ” ha detto.

Pur avendo reso open-source alcuni modelli, Nvidia non vuole vendere o supportare direttamente clienti enterprise che desiderano usarli. Cloudian si dichiara la prima azienda a portare sul mercato questa idea di integrazione on-premise. La piattaforma offre una soluzione per le organizzazioni che non vogliono eseguire carichi di lavoro AI sui cloud pubblici. Gli sviluppatori di grandi modelli AI tendono a mantenere un controllo rigido sulle fonti dei loro dati di addestramento, quindi “le persone devono prendersi cura dei propri dati, altrimenti non c'è limite a dove possano finire. ” “Nessuna azienda vuole mettere a disposizione i propri dati, ” ha affermato Tso, aggiungendo che molte imprese esitano a investire in AI basata su cloud a causa delle paure di esporsi con informazioni proprietarie. Alcune aziende, come Samsung, hanno addirittura bloccato l'accesso dei dipendenti a tutti i chatbot AI pubblici. Nella regione Asia-Pacifico, Cloudian collabora con ResetData, fornitore di AI sovrano, per offrire infrastrutture AI come servizio con server fisicamente isolati, preparandosi alla crescita prevista della spesa in AI in Australia nel 2026. “La chiave del nostro approccio è che sono i tuoi dati, ” memorizzati e processati in un ambiente che garantisce sovranità e sicurezza, ” ha detto James Wright, amministratore delegato di Cloudian per l'Asia-Pacifico e il Giappone, descrivendolo come un’offerta allettante per i potenziali clienti. Tso ritiene che le preoccupazioni di sicurezza e sovranità probabilmente riaccenderanno l'attività nei data center, sia in strutture private che negli spazi offerti dai principali fornitori di co-location di data center. Nonostante l’interesse notevole delle imprese per l’AI, Tso ha suggerito che la tecnologia aspetta il suo “momento Lotus 1-2-3” — una applicazione rivoluzionaria che ne stabilisca definitivamente il valore. “Una volta che si avrà un caso d’uso di questo tipo, distrugge tutto, ” ha commentato. Ha aggiunto che questo momento potrebbe arrivare quando tutti i dati di un'organizzazione saranno accessibili in modo sicuro all’AI — una capacità che la piattaforma di Cloudian dichiara di poter abilitare.