Man mano che l’IA influenza sempre più l’istruzione, è importante mettere in evidenza uno strumento di insegnamento senza tempo ed efficace: le relazioni di alta qualità, faccia a faccia, con gli studenti. L’ho sperimentato per la prima volta con la mia insegnante di spagnolo delle superiori, conosciuta semplicemente come Señora, rispettata matriarca del nostro dipartimento di spagnolo. Señora iniziava la lezione chiedendo: “¿Qué hay de nuevo?” (C’è qualche novità?), coinvolgendo gli studenti riguardo a eventi recenti come incontri di nuoto o concerti di banda. Scopriva delicatamente le ultime chiacchiere, creando un ambiente caldo e conversazionale che rendeva naturale e piacevole l’apprendimento dello spagnolo. Successivamente, come insegnante di spagnolo anche io, ho capito che Señora faceva molto più che insegnare competenze linguistiche: era profondamente attenta agli stati emotivi dei suoi studenti, notando chi era silenzioso o in difficoltà. La sua classroom era un vero e proprio centro vivace, presieduto dalla sua sedia alta, con una tazza di caffè in mano, adornata dalle sue frasi preferite “Es mi mundo” (È il mio mondo) e “Todo es posible, nada es seguro” (Tutto è possibile, nulla è certo). Oltre alle lezioni di lingua, momenti memorabili includevano racconti dei suoi viaggi in America Latina, come l’interpretazione per una carovana di Airstream e il dormire tra le rovine di Machu Picchu, trasportandoci ben oltre la nostra aula del Wisconsin. Nonostante avessimo completato il programma di spagnolo della scuola, io e i miei amici un giorno chiedemmo a Señora di insegnarci “Spanisch 6, ” e senza esitazione rinunciò alla sua ora di pianificazione per aiutarci—un sacrificio che apprezzai appieno solo come insegnante. Durante queste sessioni, soprattutto il mercoledì, lavorando esclusivamente in spagnolo con il suo “Book of Questions, ” non condividemmo solo la lingua, ma anche le sue opinioni sincere su temi come le anime gemelle, i tatuaggi e i viaggi. Il vero punto di forza di Señora risiedeva nella creazione di interazioni autentiche, l’“AI originale, ” forgiando veri legami umani piuttosto che inseguire le mode della tecnologia educativa.

Purtroppo, un cancro la costrinse ad lasciare prematuramente l’insegnamento. Anni dopo, l’armadio della sua classroom rimase intatto “por si acaso”—nel caso tornasse, come sperarono i colleghi. Quando visitai l’armadio con un amico, passando in rassegna i suoi documenti, piani di lezione e cartelle etichettate, sentimmo la sua presenza. Presi alcuni originali dei suoi fogli di lavoro e trasparenze per rafforzare la mia fiducia nell’insegnamento, così come alcuni dei suoi libri, poster e la sua amata tazza di caffè. Tornato a scuola, rivissai il suo stile di insegnamento, anche riscoprendo un proiettore a soffitto per usare i suoi materiali alla lettera. Non evitai completamente la tecnologia, ma anteposi sempre la connessione umana, così come lei aveva fatto. Iniziando ogni lezione con “¿Qué hay de nuevo?” sorseggiando dalla tazza di Señora, continuai la sua abitudine di osservare chi sembrava disorientato e di seguirlo personalmente—coinvolgendo in modi che nessun bot potrebbe mai replicare. Questa potente combinazione di insegnamento della lingua e autentico interesse rimane uno strumento di insegnamento insostituibile, anche nell’epoca in cui l’IA sta crescendo.