Il CEO di Anthropic, Dario Amodei, prevede che entro l’anno prossimo l’IA sarà in grado di gestire tutte le mansioni di codifica, ma ciò sta provocando una crisi esistenziale per alcuni ingegneri del software. Shawn K, un ingegnere con vent’anni di esperienza e laureato in informatica, ha perso il lavoro lo scorso aprile ed ora fa fatica a sbarcare il lunario—vive in un camper, consegna cibo tramite DoorDash e vende oggetti su eBay dopo che il suo precedente stipendio di 150. 000 dollari è scomparso. Anche se i licenziamenti nel settore tecnologico non sono una novità per lui—avendo perso lavori dopo la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia—questa volta si sente diverso. Dopo aver inviato 800 candidature, ha ricevuto meno di 10 colloqui, alcuni condotti da agenti AI piuttosto che da esseri umani, lasciandolo con la sensazione di essere “invisibile” e filtrato prima ancora di essere preso in considerazione da un interlocutore umano. Temte che questa sia solo l’inizio di una “catastrofe sociale ed economica su vasta scala, ” chiamata la “Grande Dislocazione” già in atto. L’ultima esperienza di K è stata con un’azienda focalizzata sul metaverso, una volta considerata la prossima grande innovazione, ora superata dai progressi dell’IA come ChatGPT. Ora, senza prospettive di lavoro nel settore tecnologico nel centro di New York, il suo reddito proviene da piccoli lavoretti e vendite, portando a malapena qualche centinaio di dollari. Aveva pensato di tornare a studiare per ottenere un certificato tecnologico o una licenza per il trasporto su camion, ma i costi erano proibitivi.

Sebbene l’ingegneria del software rimanga classificata come un settore in rapida crescita dalla U. S. Bureau of Labor Statistics, storie come quella di K evidenziano un divario sempre più evidente. Amodei prevede che entro settembre l’IA scriverà il 90% del codice e che potenzialmente scriverà tutto il codice entro 12 mesi, un cambiamento che ha contribuito a oltre 150. 000 licenziamenti nel settore tech nel 2024 e altri 50. 000 nei primi mesi del 2025. K avverte che questa tendenza minaccia praticamente tutti e si rammarica della mancanza di soluzioni sociali per affrontare questi impatti. Critica le aziende per usare l’IA principalmente per ridurre i costi tramite tagli al personale invece che per potenziare le capacità dei lavoratori. Nonostante abbia perso il lavoro, K rimane speranzoso e si definisce un “massimista dell’IA, ” accettando che se l’IA lo supera, non è una questione personale. La sua vera frustrazione sta nel fatto che le aziende si attengono a mentalità superate, tagliando i team di sviluppatori invece di sfruttare l’IA per aumentare esponenzialmente la produttività.